ACNE E PILLOLA: E' DAVVERO NECESSARIO?
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ToggleAcne e pillola anticoncezionale nella donna: è proprio la terapia più adeguata? Non sempre, e ti spiego perchè..
Come si sa l’acne è provocata da molti fattori, tra cui gli ormoni maschili rappresentano quello più importante.Sono gli ormoni maschili che stimolano le ghiandole sebacee a produrre più sebo e determinano la condizione di pelle grassa.
E, come ho scritto anche nel mio libro “Acne: liberi dai brufoli in 7 passi”, la pelle grassa è sempre una pelle a tendenza acneica.
A proposito… dopo aver letto l’articolo, in fondo, lo troverai tra gli altri miei libri e potrai sfogliarne l’anteprima…qui
In caso di acne nella donna
il dermatologo deve valutare se vi è alla base un disordine endocrino e se gli ormoni maschili sono aumentati o no.
1) GLI ANDROGENI SONO SUPERIORI ALLA NORMA
Esistono malattie endocrine, caratterizzate da un’aumentata produzione di ormoni androgeni da parte delle ovaie o delle ghiandole surrenali, in cui compare anche un quadro più o meno grave di acne:
- sindrome dell’ovaio policistico (leggi più avanti)
- sindrome di Cushing
- iperplasia corticosurrenalica congenita
- neoplasie androgeno-secernenti
Spesso l’acne, la seborrea, la caduta dei capelli e un aumento della peluria (irsutismo), tutti segni di iperandrogenismo, sono le prime manifestazioni a comparire, e lo specialista dermatologo viene interpellato per primo.
In questi casi i livelli di androgeni nel sangue sono superiori alla norma, ed è necessario indagare approfonditamente per individuare la causa precisa e il quadro clinico specifico, e per valutare la terapia farmacologica ormonale o chirurgica più adatta.
Il dermatologo richiede quindi la collaborazione di endocrinologo e ginecologo. In presenza per es. di ovaio policistico e acne (il caso più frequente), la pillola anticoncezionale può sicuramente aiutare e, spesso anche in quadri lievi, è necessaria prima di tutto per normalizzare le ovaie ottenendo, secondariamente, un miglioramento della pelle acneica.
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Acne e pillola? ma La pillola non è la terapia antiacne!
Spesso alla paziente con ovaio policistico il ginecologo o l’endocrinologo prescrivono la pillola, rassicurandola che anche l’acne scomparirà e che non c’è bisogno di altre cure. In realtà, come ti spiegherò tra poco, si deve sempre associare la terapia dermatologica per combattere efficacemente i brufoli.2) GLI ANDROGENI SONO NORMALI
In molti casi, invece, i dosaggi degli ormoni maschili sono perfettamente normali, non esiste alcun disordine endocrino, ma solo una maggiore sensibilità dei recettori degli ormoni maschili a livello dei follicoli pilo-sebacei.La sensibilità dei recettori è determinata geneticamente, ecco perchè vi è una certa predisposizione familiare per i brufoli.In questi casi è sufficiente la terapia antiacne dermatologica per liberare i pori occlusi, non è necessaria la pillola ma una routine quotidiana antiacne. Infatti un altro fattore primario che causa i brufoli è l’ispessimento e il restringimento (ipercheratosi) dello sbocco dei follicoli pilo-sebacei, come descritto nell’articolo sull’acne. Anche questo è, in parte, collegato all’aumentata secrezione sebacea.
Acne e pillola: la pillola riduce la secrezione sebacea, ma non è sufficiente!
La pillola è un contraccettivo orale costituito dalla combinazione di etinilestradiolo (estrogeno) e progestinico. I contraccettivi orali simulano una gravidanza e mettono a riposo le ovaie riducendo la produzione e/o l’effetto di androgeni ovarici e surrenalici.I progestinici sintetici inseriti nelle vecchie pillole anticoncezionali a volte favorivano o peggioravano addirittura l’acne stimolando l’attività degli ormoni maschiliPer evitare questo sgradevole effetto collaterale sono state studiate pillole contenenti progestinici con ridotta attività androgenica (levongestrel, desogestrel, gestodene). Quelle più efficaci sono quelle contenenti il ciproterone acetato (che è un progestinico dotato di azione antiandrogena). Prendere solo la pillola anticoncezionale per curare l’acne può essere una soluzione comoda ma temporanea, a volte una scorciatoia per evitare una necessaria routine giornaliera antiacne.
Devi sapere che, nonostante la pillola, la formazione dei comedoni (punti bianchi e neri) continua, anche se in misura minore.E ciò significa che la pelle acneica certamente migliora e, apparentemente, può risultare anche normalizzata. Potrai rilassarti e permetterti di commettere i più comuni errori che peggiorano i brufoli come usare un qualsiasi detergente per lavare il viso, applicare fondotinta in crema, idratanti e altri cosmetici… Favorirai l’occlusione dei pori, ma non te ne accorgerai subito…
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Acne e pillola: la pelle migliora, ma poi c’è il rimbalzo.
La pillola riduce l’influenza degli androgeni fino a quando continui ad assumerla.
Un giorno, prima o poi, sarai costretta (ritenzione idrica, mal di testa, altri effetti collaterali) o vorrai interrompere questa terapia.Dopo poche settimane dalla sospensione si verificherà un notevole peggioramento dell’acne: ci sarà un “effetto rimbalzo” degli ormoni maschili per la piena riattivazione della funzionalità ovarica.
Ciò si verificherà soprattutto se hai smesso di curare la pelle non vedendone più la necessità.
Fortunatamente, se inizi, almeno qualche mese prima della sospensione, a curare la tua pelle tendenzialmente acneica, riuscirai a ridurre o ad evitare questo peggioramento.
Acne e pillola? Non sempre è necessario
Possiamo concludere che la pillola è certamente una terapia molto comoda ma non è la vera terapia antiacne!
Dovrai seguire sempre un programma antiacne
ACNE E OVAIO POLICISTICO
Acne e ovaio policistico sono spesso associati. Circa il 10-20% delle donne in età fertile ha la sindrome dell’ovaio policistico con scarsa o assente ovulazione.
La policistosi ovarica è dovuta ad una disfunzione ovarica con conseguente aumento della produzione di ormoni maschili da parte dell’ovaio stesso.
Il quadro dell’ovaio policistico si presenta già nell’adolescenza con manifestazioni di vario grado:
- cicli mestruali irregolari,
- infertilità,
- segni di irsutismo (presenza eccessiva di peluria in particolare a livello del viso), acne, alopecia (perdita e diradamento dei capelli), sovrappeso od obesità,
- tendenza al diabete e alla sindrome metabolica.
Molto spesso comunque si manifesta in modo lieve, solo con irregolarità del ciclo e brufoli, quindi generalmente è lo specialista dermatologo il primo ad essere interpellato proprio per la comparsa dell’acne.
LA DIAGNOSI DELL’OVAIO POLICISTICO IN CASO DI ACNE
È bene quindi che il dermatologo, durante la visita dermatologica per acne, sospetti sempre la presenza della policistosi ovarica chiedendo se i cicli mestruali sono regolari o no, valutando l’eventuale presenza di peluria in eccesso e se vi è perdita di capelli.
Per una diagnosi certa la collaborazione dello specialista ginecologo è fondamentale per eseguire, durante la visita ginecologica, un semplice esame strumentale non invasivo: l’ecografia.
Si può effettuare l’ecografia addominale o quella transvaginale. Quest’ultima permette una più accurata valutazione e il rilevamento di cisti ovariche anche molto piccole che portano alla diagnosi di ovaio micropolicistico, il quadro più frequente.
Solo successivamente, se sono presenti segni importanti di irsutismo, può essere indicato eseguire dei dosaggi ormonali: estrogeni, progesterone, testosterone, androstenedione, deidroepiandrosterone ed altri.
Si va a valutare così dapprima l’intero assetto degli ormoni sessuali maschili e femminili.
Nell’ovaio policistico lieve è possibile che questi dosaggi siano alterati solo lievemente, ecco perchè personalmente consiglio prima l’ecografia.
Acne e ovaio policistico: come curarli
Il primo obiettivo è “mettere a riposo le ovaie” con la prescrizione di una pillola anticoncezionale a base di estroprogestinici, quindi ormoni sessuali femminili che simulando una gravidanza “addormentano” le ovaie riducendone così la secrezione ormonale.
Questo porta a 3 benefici:
- riduzione della produzione di ormoni maschili
- riduzione della secrezione sebacea e dei brufoli dopo circa 3 mesi di terapia
- graduale e lenta riduzione fino alla scomparsa delle cisti o microcisti ovariche (in generale tempo minimo 2 – 3 anni)
Un effetto maggiore si può ottenere quando agli estroprogestinici si associa un principio attivo che va a neutralizzare l’azione degli ormoni androgeni, il ciproterone acetato.
Ciò può aiutare ma non è comunque sufficiente a tenere i brufoli sotto controllo.
Per curare l’acne, anche quando associata ad ovaio policistico, non si può fare a meno delle cure dermatologiche antiacne e di un’appropriata routine cosmetica.
Prima di assumere la pillola è sempre necessario:
- sentire il parere del proprio ginecologo
- eseguire degli esami di laboratorio specifici per verificare la propria predisposizione ad effetti collaterali anche gravi. E dovranno essere ripetuti periodicamente.
Nelle forme meno lievi, quando all’acne si aggiungono segni importanti di irsutismo, alopecia androgenica e sovrappeso, le pazienti adolescenti sentono lesa la propria immagine femminile e soffrono spesso psicologicamente (depressione e ansia).
Nei quadri gravi quando con acne e ovaio polistico ci sono anche problemi di diabete e sindrome metabolica (ipercolesterolemia, etc.) o altri disordini ormonali è bene coinvolgere nella valutazione e nella gestione della paziente anche un endocrinologo o un internista e seguire la dieta personalizzata costruita da una nutrizionista.
L’APPROCCIO INTERDISCIPLINARE E’ PIU’ EFFICACE
In questi casi, quindi, l’approccio deve essere interdisciplinare e basato sulla collaborazione tra dermatologo, ginecologo, nutrizionista, medico di famiglia, endocrinologo e psicologo.
In ogni caso di acne e ovaio policistico l’alimentazione è importante e consiglio sempre di seguire la dieta antiacne.
OVAIO POLICISTICO: QUALE DIETA SEGUIRE?
La dieta e l’integrazione alimentare possono aiutare a riequilibrare i disordini ormonali che accompagnano questa sindrome.
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOs) è una sindrome complessa. Presenta un quadro anatomopatologico costituito da ovaie ingrandite e micropolicistiche e un quadro clinico caratterizzato da alterazioni endocrinologiche (disordini del ciclo mestruale, obesità, irsutismo, acne) e disfunzioni metaboliche.
La sindrome dell’ovaio policistico è uno dei disturbi più comuni nelle donne in età fertile.
Rappresenta la causa più frequente di infertilità legata ad anovularità cronica.
Colpisce una percentuale di popolazione variabile tra il 5 e il 10%, interessando soprattutto la popolazione mediterranea di razza bianca.
Sia la presenza di ipertricosi in epoca prepuberale, sia il sovrappeso (con basso peso alla nascita) sono da considerarsi possibili fattori di rischio per lo sviluppo di PCOs.
L’ovaio policistico è il risultato dell’innesco di numerosi fattori che agiscono assieme instaurando un vero e proprio circolo vizioso il quale, in ultimo, conduce alla sindrome vera e propria.
Molti studi hanno confermato che si verifica un incremento del rapporto delle gonadotropine LH / FSH che causa, a sua volta, una mancata maturazione follicolare (e quindi anovularità) ed una iperstimolazione delle cellule tecali con iperproduzione di androgeni.
Un’altra condizione che caratterizza le pazienti con PCOs è l’iperinsulinismo, il quale contribuisce a sua volta in maniera non trascurabile all’iperandrogenismo (per questo si parla di circolo vizioso).
L’insulina infatti, agisce sull’ovaio in modo sinergico con l’LH, determinando in tal modo un ulteriore aumento della concentrazione di androgeni
Da ciò si può dedurre l’importanza dello stretto legame tra ovaio policistico e alimentazione.
Ai classici disturbi:
- irregolarità mestruali (oligomenorrea, amenorrea, infertilità)
- iperandrogenismo (irsutismo, acne, alopecia)
obesità.
si associano spesso disturbi metabolici quali intolleranza glucidica, diabete mellito, dislipidemie, maggior rischio cardiovascolare, ipertensione.
E’ qui che entra in gioco il ruolo importantissimo di una corretta ed adeguata alimentazione in grado di ridurre il più possibile la condizione di insulino-resistenza alla quale, tali disturbi, sono direttamente collegati.
OVAIO POLICISTICO E ALIMENTAZIONE
In donne con ovaio polistico (PCOs) una dieta ipocalorica, povera in grassi e soprattutto in zuccheri semplici e raffinati può migliorare la condizione di insulino-resistenza e favorire un calo ponderale spesso necessario (sempre con l’ausilio di una costante attività fisica).
La dieta nell’ovaio policistico può essere pertanto un naturale e fondamentale approccio terapeutico riequilibrante.
Recenti studi clinici hanno messo in particolare rilievo il ruolo dell’inositolo nel trattamento dell’ovaio policistico: l’inositolo è uno zucchero alcolico che viene sintetizzato dal nostro organismo ma può essere assunto anche attraverso la dieta.
L’ inositolo (di cui il mio-inositolo rappresenta la forma biologicamente attiva) viene considerato da molti studiosi un nutriente vitamino-simile e segnalato con la sigla “vitamina B7”.
Questo nutriente è molto diffuso negli organismi animali dove va a costituire diversi fosfolipidi ed in quelli vegetali dove si trova sottoforma di acido fitico.
Similmente alle vitamine del gruppo B, l’inositolo è idrosolubile, ragion per cui un’eventuale integrazione è ben tollerata e priva di tossicità.
Le principalii fonti alimentari di inositolo sono:
- la crusca,
- i cereali integrali,
- i legumi,
- l’avena,
- il germe di grano,
- il lievito di birra,
- gli agrumi (tranne i limoni),
- le carni in genere, in particolare il fegato.
L’assunzione di caffeina ed un’eccessiva diuresi possono portare ad una carenza di inositolo nell’organismo
I benefici dell’inositolo nella dieta per l’ovaio policistico
derivano dalla capacità di:
- aumentare la sensibilità all’insulina,
- favorire il ritorno all’ovulazione e regolazione del ciclo mestruale,
- riduzione del rapporto LH/FSH e del livelllo di ormoni androgeni nel siero, anche per diretta conseguenza dell’aumento della concentrazione dell’SHBG (globuline leganti gli ormoni sessuali).
- specifica attività di controllo sul metabolismo dei grassi e degli zuccheri con un effetto positivo sul controllo dei trigliceridi e migliora l’utilizzo del glucosio circolante.
- capacità di stimolare la produzione di lecitina, e ciò ne fa anche un importante ipocolesterolemizzante: la lecitina infatti ripulisce le arterie dai depositi lipidici veicolandoli al fegato (dove vengono poi eliminati attraverso la bile).
- azione ansiolitica ed antidepressiva
Possiamo dire quindi che l’inositolo ha un’azione globale disintossicante e riequilibrante utile nell’ovaio policitico e nell’acne
Alla luce di tutto ciò, potrebbe quindi essere molto opportuna una correzione dell’alimentazione nell’ovaio policistico unita ad una supplementazione controllata di tale zucchero (dai 2 ai 4 grammi al giorno) mediante integratori alimentari.
Da molti studi clinici infatti si riscontra che l’introduzione della terapia nutrizionale a base di mio-inositolo per le donne affette da PCOs è stata molto apprezzata ed è largamente diffusa in più di 36 Paesi con importanti e promettenti risultati clinici.
dott. Francesco Antonaccio
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